IL DESTINO DEL CACCIATORE by WILBUR SMITH

IL DESTINO DEL CACCIATORE by WILBUR SMITH

Author:WILBUR SMITH [SMITH, WILBUR]
Format: epub
Tags: ebook gratuito - viotata la vendita
Published: 2010-04-03T22:00:00+00:00


Il viaggio a sud, verso il lago Manyara, si svolgeva per i primi trecento chilometri

su una pista orribilmente accidentata. Il Vauxhall prendeva dei colpi micidiali e

furono costretti a fermarsi almeno una decina di volte per riparare le forature.

Manyoro e Loikot divennero abilissimi nell’arte di individuare e rimuovere le spine

che si conficcavano negli pneumatici. Lungo i tratti sabbiosi il motore si

surriscaldava regolarmente, costringendoli ogni volta a fermarsi e ad aspettare che si

raffreddasse prima di poter riempire nuovamente il radiatore.

Il confine tra Africa orientale britannica e Africa orientale tedesca non era segnato

né controllato. Lungo la strada, le uniche indicazioni erano le incisioni su qualche

albero e qualche teschio di animale in cima a un palo. Guidati praticamente solo

dall’istinto e dalla Provvidenza, raggiunsero infine un piccolo spaccio gestito da un

commerciante indù, sul fiume Makuyuni. Percy aveva lasciato un paio di buoni

cavalli in custodia al proprietario in attesa del suo arrivo.

Leon parcheggiò l’autocarro sotto un ficus, sul retro della bottega, e sellò un

cavallo. C’erano almeno un’ottantina di chilometri da lì all’accampamento di Percy,

che si trovava su un promontorio sopra il lago.

Leon e i masai che lo accompagnavano vi arrivarono il giorno successivo, un’ora

dopo il tramonto. Scoprirono che né Percy né il suo nobile cliente avevano ancora

fatto rientro al campo. Il cuoco di Percy preparò una cena con cuore di ippopotamo

alla griglia e porridge di manioca con puré di zucca e una densa salsa Bistro.

Poi Leon sedette accanto al fuoco e nel buio ammirò le linee flessuose di un volo

di fenicotteri stagliarsi contro la luna. Un incendio ardeva sulla sponda opposta del

lago. Sembrava un serpente fiammeggiante che strisciava attraverso le nere colline, e

lui riusciva a sentirne l’odore. Erano passate le dieci quando udì uno scalpiccio di

cavalli che fendeva la notte. Andò loro incontro al limite del campo.

Quando smontò di sella, anchilosato e dolorante, Percy riconobbe Leon, che lo

aspettava. Drizzò le spalle, e la sua bocca si aprì in un ampio sorriso di benvenuto.

«Eccoti qui!» esclamò. «Tempismo davvero perfetto, Leon. Avvicinati al fuoco, che

ti presento Sua Signoria. Potrei addirittura offrirti un bicchierino di Talisker.»

Eastmont era un tipo alto e dinoccolato, con mani e piedi giganteschi e la testa

grossa come un cocomero. I suoi arti esili e filiformi contrastavano con il torso

massiccio. Percy era poco oltre il metro e ottanta e la sua guida masai due o tre

centimetri più alta, eppure Eastmont li sovrastava. Leon calcolò che poteva toccare il

metro e novanta. Quando si strinsero la mano, quella di Eastmont gliela avvolse

completamente, come se la sua fosse stata quella di un bambino. Alla luce tremolante

del fuoco i tratti di Eastmont apparivano scarni e sparuti e la sua espressione cupa e

accigliata. Non disse quasi niente e preferì lasciare la parola a Percy. Una volta

riempiti i bicchieri si sedette e fissò le fiamme mentre Percy si lanciava in una

descrizione della giornata di caccia.

«Ebbene, Sua Signoria voleva un bufalo monumentale... e perdiana, questa mattina

lo abbiamo trovato. Un vecchio solitario, e giuro su tutto quello che ho di più santo

che è quasi un metro e mezzo!»

«Percy, è incredibile! Ma vi credo», lo rassicurò Leon.



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